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La riforma del diritto di famiglia: una rivoluzione che compie 40 anni.

Era il 19 maggio 1975. Il diritto di famiglia stava per conoscere una rivoluzione. Con la legge n. 151 del 19 maggio di quell’anno venivano modificate moltissime norme del Codice Civile. Tra gli elementi di maggiore rottura con il passato vanno ricordati:

– il passaggio alla potestà condivisa dei coniugi per la prole;

– l’affermazione dell’eguaglianza fra coniugi con abbandono dell’istituto della potestà maritale;

– l’inserimento della comunione dei beni dei coniugi quale regime legale;

– la revisione delle norme sulla separazione personale dei coniugi;

– l’abbassamento della maggiore età da 21 a 18 anni (l. 39/75).

E così, oggi, a distanza di 40 anni dall’introduzione della normativa, il diritto di famiglia mantiene il suo ruolo centrale anche nella moderna società. Certamente le nuove formazioni sociali, le convivenze more uxorio per esempio, hanno imposto alcuni correttivi anche e soprattutto al fine di tutelare i soggetti più deboli: i figli. Rimaneggiato nel 2006 e ancora nel 2013, con l’introduzione di importanti novità in tema di parificazione tra i figli nati in costanza di matrimonio e i figli nati al di fuori di questo, la riforma del 1975 costituisce ancora oggi il più grande intervento di ammodernamento nell’ambito del diritto di famiglia che il codice civile italiano ha subito dalla sua introduzione.

Tuttavia, anche per far fronte alle nuove esigenze sociali e della famiglia, il legislatore ha introdotto importanti novità tra cui va ricordata l’entrata in vigore del d.l. 132/2014 (convertito con la legge 162/2014) con il quale è stata prevista la possibilità per i coniugi di avvalersi della negoziazione assistita degli avvocati per la separazione, il divorzio e la modifica delle rispettive condizioni nonché la previsione della legge 55/2015 con la quale i tempi per ottenere il divorzio si riducono a dodici mesi in caso di separazione giudiziale e a sei mesi in caso di separazione consensuale (c.d. divorzio breve).

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