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Investire in Serbia, poca burocrazia e zero tasse

Belgrado è storicamente la capitale politico-economica dell’area balcanica e la Serbia – una volta raggiunta la stabilità politica – ha via via sviluppato un sistema economico basato sul settore manifatturiero e sulle esportazioni, che ha garantito una forte crescita del PIL negli ultimi anni e l’inizio dei negoziati per l’adesione all’UE.

L’Italia rappresenta per il Paese balcanico l’interlocutore più importante: nel 2013 il nostro Paese è diventato il primo partner commerciale con 2,38 miliardi di dollari di beni esportati verso la Serbia, l’import è stato invece pari a 2,36 miliardi. L’Italia rappresenta anche il primo investitore estero in Serbia con una presenza di circa 500 aziende, 20.000 persone impiegate, una quota di capitale investito che supera 2 miliardi di Euro ed un volume d’affari di circa 2,5 miliardi di Euro.

Per le aziende italiane la Serbia rappresenta un’estensione della piattaforma produttiva che consente ai nostri operatori di ampliare e diversificare la propria offerta, ampliando la propria proiezione sui mercati globali.

Ad esempio, il gruppo FCA –  che realizza negli impianti di Kragujevac  la Fiat 500L  – è il primo investimento estero in Serbia e produce l’1% circa del PIL.  Gli istituti di credito Intesa Sanpaolo ed Unicredit detengono il 25% del mercato bancario locale, facilitando le imprese italiane che vogliono fare business nel Paese.

Anche il Gruppo Benetton, Calzedonia, Pompea e Goldenlady hanno stabilimenti in loco, così come moltissime PMI del Nord Italia hanno delocalizzato la produzione e interi settori aziendali in Serbia.

Negli ultimi due anni il governo serbo si è impegnato per migliorare la cultura di mercato e facilitare gli investimenti esteri, adottando la “rule of law”, ovvero una serie di misure per aumentare l’efficienza del sistema pubblico e per snellire la burocrazia.

Infatti, da un punto di vista burocratico è molto agevole e poco costoso costituire una società in Serbia: per la costituzione si impegnano 5 giorni e l’interlocuzione è affidata ad un unico ufficio (cd. “one stop shop”), il capitale minimo richiesto per una società a responsabilità limitata è di 100rsd (pari a 0,84 euro), mentre corrisponde a 25.000,00 euro il capitale minimo di  una società per azioni. Per alcune tipologie di investimento sono inoltre previsti incentivi statali a fondo perduto che coprono fino al 50% dell’operazione.

Da un punto di vista fiscale, la tassa sugli utili delle società è del 15%, ma addirittura si può beneficiare  di esenzione fiscale nelle free zone, 14 aree speciali dove oltre alla tassazione zero non vi sono dazi in importazione ed esportazione, non c’è Iva sulla importazione e le procedure doganali sono fortemente semplificate. La Serbia ha siglato accordi di libero scambio sia con la UE e gli USA, sia con la Russia e i Paesi dell’Est.

Il costo del lavoro a carico dell’imprenditore è molto basso, incide solo al 12%. L’importo medio della paga mensile è di 384 euro. Il Paese garantisce una forza lavoro dedita al sacrificio e con crescenti competenze tecniche, entrano sul mercato del lavoro una media di 40mila nuovi laureati ogni anno.

Fra i principali settori di attività ove le imprese possono realizzare interessanti investimenti vi sono:

  • Manifatturiero: in particolare metalmeccanica, elettronica, automotive, legno & arredo, alimentare & trasformazione prodotti agricoli, artigianato, farmaceutico, tessile, chimico.
  • Agribusiness: aziende agricole, allevamenti, viticoltura.
  • Edilizia & Costruzioni: lottizzazioni & zone industriali, edilizia residenziale di pregio, attività e costruzioni commerciali.
  • Ospitalità & Turismo: hotel & resorts, turismo termale e medico, parchi acquatici.
  • Finanza: venture capital & private equity, fondi di investimento, Startup & Seed funding.

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